Lo Zero, nella storia - Myouth - Ricordi degli anni '70

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Lo Zero, nella storia

Modellismo > Aerei > Mitsubishi A6M3/3a Zero
Quando iniziarono le ostilità con lo scoppio della seconda guerra mondiale,  lo Zero veniva ritenuto il miglior caccia basato su portaerei del  mondo, perché associava una eccellente manovrabilità ad una autonomia  molto estesa. Nei primi combattimenti aerei, lo Zero si guadagnò una leggendaria  reputazione come "cacciatore", ma nel 1942 le nuove tattiche di  combattimento consentirono ai piloti Alleati di ingaggiare duelli in  termini più equilibrati. La Marina Giapponese utilizzò frequentemente il velivolo anche  basandolo a terra. Nel 1943, le debolezze insite nel progetto originale e  la crescente indisponibilità di motori aeronautici  più potenti, portarono gli Zero a diventare meno efficaci contro i  caccia americani di generazione successiva, dotati di maggiore potenza  di fuoco, corazzatura, velocità e che cominciarono ad avvicinarsi ai  livelli di manovrabilità dell'aereo giapponese. Sebbene l'A6M fosse superato nel 1944, rimase in produzione. Negli  ultimi anni del conflitto, dei 10 937 esemplari prodotti, molti furono  trasformati in kamikaze.

I primi A6M2 divennero operativi nel luglio 1940 e, pochi mesi dopo,  ebbero il battesimo del fuoco in Cina. Gli Zero ottennero le prime  vittorie aeree il 12 settembre 1940, quando tredici Mitsubishi guidati  dal Tenente Saburo Shindo attaccarono ventisette Polikarpov I-15 e I-16  dell'aeronautica della Cina Nazionalista. A fronte di nessun aereo  perso, gli Zero distrussero l'intero contingente di caccia cinesi. Prima  che, dopo un anno, fossero rischierati, gli Zero avevano distrutto  novantanove aerei cinesi. Solo due caccia Mitsubishi erano andati  perduti e per fuoco da terra. All'entrata in guerra del Giappone, gli Zero costituivano la punta di forza della componente aerea imbarcata. Grazie a una combinazione di eccellente maneggevolezza e potenza di  fuoco, il caccia della Mitsubishi si sbarazzò con facilità  dell'eterogenea collezione di aerei Alleati inviatigli frettolosamente  contro, mentre il suo enorme raggio operativo (di oltre 2.600 km) gli  permetteva di apparire su fronti così distanti da dare ai comandanti  Alleati l'errata convinzione che i giapponesi disponessero di un numero  di Zero assai superiore a quello reale. In realtà, all'epoca dell'attacco di Pearl Harbor c'erano solo 420 Zero attivi nel Pacifico.  Il modello 21 imbarcato su portaerei era il tipo incontrato più spesso  dagli americani, spesso molto più lontano dalla sua portaerei di quanto  atteso. Lo Zero si guadagnò rapidamente una grande reputazione.
Da Pearl Harbor in poi, fino alla battaglia delle Midway del  giugno 1942, mantenne incontrastato il dominio del cielo. Fu proprio in  questo periodo che entrò in linea la seconda principale versione dello  Zero, la A6M3, potenziata nel motore e nell'armamento. Comunque fallì nel raggiungere una completa superiorità a causa di  alcuni limiti strutturali e dello sviluppo di tattiche innovative da  parte degli Alleati che utilizzavano il vantaggio del volo in formazione  e del supporto mutuo sistematico.



Il modello 22
Per correggere le mancanze del Modello 32 venne introdotta una nuova  versione del Modello 21 con ali pieghevoli, nuovi serbatoi di carburante  nelle ali e punti di aggancio per un serbatoio sganciabile da 330 litri  sotto ogni ala. La scorta di carburante venne pertanto incrementata a  570 litri, recuperando in tal modo l'autonomia perduta.
Con il ritorno alla fusoliera originaria, mantenendo il motore,  questa versione ricevette la designazione navale di Modello 22, mentre  la Mitsubishi lo chiamò A6M3A. Il nuovo modello iniziò la produzione in  dicembre e ne vennero prodotti 560. Vennero anche prodotti alcuni  esemplari armati con un cannone da 30 mm Tipo 5, con la designazione di  A6M3b (Modello 22b)

Fonte: Wikipedia
The Zero was considered the most capable carrier-based fighter in the world when it was introduced early in World War II, combining excellent maneuverability and very long range. The Imperial Japanese Navy Air Service (IJNAS) also frequently used it as a land-based fighter.
In early combat operations, the Zero gained a legendary reputation as a dogfighter, achieving an outstanding kill ratio of 12 to 1, but by mid-1942 a combination of new tactics and the introduction of  better equipment enabled Allied pilots to engage the Zero on generally  equal terms. By 1943, due to inherent design weaknesses, such as a lack of hydraulic  flaps and rudder rendering it extremely unmaneuverable at high speeds,  and an inability to equip it with a more powerful aircraft engine,  the Zero gradually became less effective against newer Allied fighters.  By 1944, with opposing Allied fighters approaching its levels of  maneuverability and consistently exceeding its firepower, armor, and  speed, the A6M had largely become outdated as a fighter aircraft.  However, as design delays and production difficulties hampered the  introduction of newer Japanese aircraft models, the Zero continued to  serve in a front line role until the end of the war in the Pacific.  During the final phases, it was also adapted for use in kamikaze operations. Japan produced more Zeros than any other model of combat aircraft during the war.

The first Zeros (pre-series of 15 A6M2) went into operation with the 12th Rengo Kōkūtai in July 1940. On 13 September 1940, the Zeros scored their first air-to-air victories  when 13 A6M2s led by Lieutenant Saburo Shindo attacked 27 Soviet-built Polikarpov I-15s and I-16s of the Chinese Nationalist Air Force,  shooting down all the fighters without loss to themselves. By the time  they were redeployed a year later, the Zeros had shot down 99 Chinese  aircraft (266 according to other sources).
At the time of the attack on Pearl Harbor, 521 Zeros were active in the Pacific, 328 in first-line units. The carrier-borne Model 21 was the type encountered by the Americans.  Its tremendous range of over 2,600 kilometres (1,600 mi) allowed it to  range farther from its carrier than expected, appearing over distant  battlefronts and giving Allied commanders the impression that there were  several times as many Zeros as actually existed.
The Zero quickly gained a fearsome reputation. Thanks to a combination of unsurpassed maneuverability — even when  compared to other contemporary Axis fighters — and excellent firepower,  it easily disposed the motley collection of Allied aircraft sent against  it in the Pacific in 1941. It proved a difficult opponent even for the Supermarine Spitfire.




Model 22
In  order to correct the deficiencies of the Model 32, a new version with  folding wingtips and redesigned wing was introduced. The fuel tanks were  moved to the outer wings, fuel lines for a 330 l (87 US gal) drop tank  were installed under each wing and the internal fuel capacity was  increased to 570 l (150 US gal). More important, it regained back its  capabilities for long operating ranges, similar to the previous A6M2  Model 21, which was vastly shortened by the Model 32.
However, before the new design type was accepted formally by the  Navy, the A6M3 Model 22 already stood ready for service in December  1942. Approximately 560 aircraft of the new type had been produced in  the meantime by Mitsubishi Jukogyo K.K.
According to a theory, the very late production Model 22 might  have had wings similar to the shortened, rounded-tip wing of the Model  52. One plane of such arrangement was photographed at Lakunai Airfield  ("Rabaul East") in the second half of 1943, and has been published  widely in a number of Japanese books. While the engine cowling is the  same of previous Model 32 and 22, the theory proposes that the plane is  an early production Model 52.
The Model 32, 22, 22 kou, 52, 52 kou and 52 otsu were all powered by the Nakajima 栄 (Sakae) 21型 engine. That engine kept its designation in spite of changes in the exhaust system for the Model 52.

Credits: Wikipedia
 
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