Gli Iron Maiden hanno inoltre pubblicato la raccolta Ed Hunter che includeva un videogioco sparatutto in prima persona con protagonista Eddie.
La primissima versione della maschera di Eddie venne creata da David Brown, studente d'arte all'East Ham Technical College. Brown diede due o tre maschere che aveva creato a Dave Beazley, il creatore degli effetti scenici per i concerti degli Iron Maiden di quel periodo. La maschera era stata fatta in plastica, attraverso un calco in gesso del volto di un compagno di Brown al College. Allo scopo di "impreziosirne" l'effetto, in breve tempo venne modificata, aggiungendo un sistema di pompe idrauliche e tubi in modo da permettere la fuoriuscita di fumi colorati e sangue finto.
Il successo crescente della band e la conseguente necessità di impegnare palchi più grandi portarono un rispettivo ingrandirsi delle dimensioni di Eddie, fino alla nascita del cosiddetto "walking Eddie", ovvero una versione tridimensionale di grandi dimensioni e semovente della mascotte, che fu accompagnata da sempre più elaborate scenografie.
La prima vera apparizione di Eddie avvenne sulla copertina del singolo Running Free pubblicato nel 1980, dove appariva come uno zombie molto alto e magro. La band in quegli anni iniziò una lunga ricerca di potenziali opere da utilizzare come copertina per il loro primo omonimo album. Proprio in questa ricerca rimasero molto colpiti da un'opera di Derek Riggs che sarebbe poi diventata la copertina del loro primo disco. Da questo momento iniziò una "collaborazione" tra la band e l'artista che creò su misura le copertine dei dischi della band da The Number of the Beast in poi. Derek Riggs sostenne, nel documentario Maiden 12 Wasted Years, che il progetto per Eddie era basato su quella che sarebbe stata una testa giapponese vista in un documentario televisivo che trattava della battaglia di Henderson Field, del 24 ottobre 1942.