La Flotta del Mar Nero (in russo: Черноморский флот, traslitterato: Černomorskij flot) è quella componente della Marina militare russa (e di quella sovietica prima) che opera nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo sin dal tardo XVIII secolo. Fondata nel maggio 1783 dal principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, il quartier generale è situato a Sebastopoli, con altri porti sparsi per tutto il Mar Nero e il Mar d'Azov e il più grande cantiere navale basato a Mykolaïv. L'aviazione di marina ha i suoi aeroporti in varie città della Crimea e nel Territorio di Krasnodar.
Nata per contrastare la potenza ottomana nella regione, la Flotta del Mar Nero ha poi combattuto le due guerre mondiali ed è stata attivata anche durante la seconda guerra in Ossezia del Sud. Inoltre, dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica avvenuta nel 1991, la Flotta del Mar Nero è stata in parte assorbita dall'Ucraina che ne ha fatto la base di partenza per la sua nuova marina militare.
La Flotta è la pedina operativa della Russia per quanto riguarda il BLACKSEAFOR (Black Sea Naval Co-operation Task Group, di cui fanno parte anche Turchia, Bulgaria, Romania, Georgia e Ucraina).
Storia
Durante l'Impero russo
L'Impero russo iniziò ad affacciarsi sul Mar Nero dopo la vittoria ottenuta nella guerra russo-turca del 1768-1774. Nel 1773 la marina imperiale creò uno squadrone che continuò ad essere ingrandito anche dopo la fine delle ostilità. Nonostante il trattato di Küçük Kaynarca sancisse l'indipendenza del Khanato di Crimea, l'8 aprile 1783 l'imperatrice Caterina II di Russia ne dichiarò l'annessione all'Impero. Di conseguenza, si mostrò la necessità di avere una potente flotta per difendere gli interessi russi nella regione.
Il governatore di Novorossijsk, principe Potëmkin, radunò nel mese di maggio le navi della flottiglia del mar d'Azov e della flottiglia del Dnepr nella futura Sebastopoli (assunse questo nome nel febbraio 1784) e fu da allora che si cominciò a parlare di una Flotta del Mar Nero. Nel 1787 la Flotta contava 3 corazzate, 12 fregate, 3 bombarde e altre 28 navi minori.
I contenziosi tra Impero ottomano e Impero russo per la Crimea portarono nel 1787 a una nuova guerra, durante la quale i tentativi ottomani di sbarcare in Crimea dal mare furono frustrati dall'abile ammiraglio Ušakov, che sconfisse la marina avversaria in tre battaglie svoltesi a Tendra, nell'Isola dei Serpenti e nello Stretto di Kerč. Le vittorie furono da stimolo alla costruzione di un nuovo cantiere a navale a Nikolaev.
Dopo essere stata relegata, nel 1841, nel Mar Nero dalla convenzione di Londra sugli Stretti, la Flotta russa tornò a espandersi nel 1870 dopo aver combattuto la guerra di Crimea (da ricordare la battaglia di Sinope con cui ebbero inizio le ostilità), sebbene un articolo del trattato di Parigi avesse sancito la smilitarizzazione di quel mare.Successivamente, nel 1905, l'equipaggio della nave da battaglia Potëmkin si ribellò dopo la sconfitta dell'Impero russo nella guerra contro il Giappone; questo episodio fu descritto da Lenin come il primo tentativo di organizzare un esercito rivoluzionario.
La Flotta del Mar Nero tornò a scontrarsi con la controparte ottomana in occasione della prima guerra mondiale: inizialmente avvantaggiati grazie alla corazzata Yavuz Selim ceduta dall'Impero tedesco, gli ottomani dovettero cedere il controllo del mare ai russi dopo che questi misero in campo le due moderne corazzate Imperatrica Marija e Imperatrica Ekaterina Velikaja varate a Mykolaïv, almeno fino alla fine dello zarismo avvenuta nel 1917. A questa data la Flotta contava 177 navi.
Periodo sovietico
Parte della Flotta del Mar Nero venne ritirata a Novorossijsk per evitarne la cattura da parte delle avanzanti forze tedesche, e qui affondate dai bolscevichi. Comunque, più di 130 navi riuscirono a fuggire da Sebastopoli in Tunisia, alcune delle quali andate poi in mano alla marina militare francese. Le navi scampate a questo destino andarono in parte agli Imperi centrali o agli Alleati, con questi ultimi che le cedettero poi all'Armata Bianca che ne fece la cosiddetta "Flotta Wrangel". Le imbarcazioni degli Imperi centrali passarono invece nella Flotta rossa dell'Ucraina, una forza armata rimasta in vita solo per pochi mesi prima che i Bianchi invadessero l'Ucraina sud-orientale e ne prendessero il controllo inserendole nello "Squadrone russo", parte delle forze armate bianche.
Le poche navi da guerra rimaste nel Mar Nero vennero recuperate dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa nel 1920, che ne iniziò un ampliamento, durato oltre quindici anni, andato di pari passo con il rafforzamento delle difese costiere. Quando la Germania iniziò l'invasione dell'Unione Sovietica nel giugno 1941, nell'ambito della seconda guerra mondiale, la Flotta del Mar Nero era agli ordini del viceammiraglio Filipp Sergéevič Oktâbr'skij e poteva disporre di 625 aerei. I marinai sovietici fornirono quindi supporto alle truppe di terra nella battaglia di Odessa e nella difesa della Crimea e del Caucaso, nonché nella liberazione di Novorossijsk, nell'ambito del più ampio fronte orientale.
La guerra fredda vide impegnata la Flotta nel Mediterraneo in occasione dei conflitti arabo-israeliani.